Cenni storici

CENNI STORICI

Guarcino è situato a 650 mt di altezza su uno sperone roccioso nel cuore del massiccio montano dell’Appennino Centrale che divide il Lazio dall’Abbruzzo.

I monti Ernici separano trasversalmente, nel Lazio centro meridionale, la conca del Fucino dalla Valle del Liri e si presentano come un insieme di possenti catene calcaree con doline, profonde cavità ed acque sotterranee. Da novembre a maggio le abbondanti nevicate che coprono le vette più elevate danno origine a numerosi ed abbondanti corsi d’acqua.

Il primo nucleo abitato, Varcenum, sorto intorno all’VIII secolo a.C. ad opera degli Hernici, popolazione montana che abitava queste zone impervie, era posizionato geograficamente in modo da rendere più agile la protezione, gli scambi e la difesa e costituiva un sicuro baluardo contro ogni aggressione o passaggio da nord a sud.

La pastorizia fu inizialmente, per questo territorio aspro e montuoso, la fondamentale fonte di vita della popolazione, ma nelle zone collinose la coltivazione di grano, vigne ed ortaggi. Durante i mesi invernali il freddo e la neve imponevano la transumanza di mandrie verso la pianura e verso il mare.

La presenza di resti architettonici (Tempietto etrusco lungo la strada che univa Guarcino ad Alatri, resti di opere idrauliche, così come i resti di antichi sepolcri e vario materiale epigrafico)  testimoniano  di possibili insediamenti etruschi nella zona, realizzati soprattutto con la finalità di proteggere e favorire scambi commerciali. Il nome Kosas dato al fiume che nasce nel territorio guarcinese è di origine etrusca.

L’espansione di Roma e il graduale dominio sul territorio del basso Lazio comportò, dopo anni di guerre, la sconfitta e l’annessione delle popolazioni ivi residenti. Il consolidamento delle vie di comunicazione (Via Latina, oggi Casilina, la via Prenestina e la via Sublacense) favorirono lo sviluppo e la fortificazione dei nuclei urbani esistenti, la realizzazione di nuove infrastrutture idrauliche e il conseguente maggiore sfruttamento delle risorse agricole e commerciali. Durante il periodo della Repubblica la vicinanza all’Urbe, la salubrità dei luoghi, favorì anche lo sviluppo turistico della zona per i più facoltosi romani che costruirono splendide ville e fastose residenze, (villa romana di Calpurnio); troviamo nel territorio guarcinese numerose testimonianze: vestigia di murature in opera reticolata, avanzi di antichi acquedotti, l’arco detto di Trevi, imponente opera muraria delimitante il confine tra gli Equi e gli Hernici.

Dopo la caduta dell’Impero Romano e l’arrivo delle invasioni barbariche, la necessità di predisporre nuove difese portò alla realizzazione di complesse infrastrutture di difesa, nuove cinte murarie e opere di rinforzo delle torri di avvistamento. Come libero comune l’economia del paese, tipicamente rurale e pastorale, si trasformò lentamente con sviluppo di attività artigianali.

Nel 1186 ebbe luogo uno scontro tuttora ricordato e legato alla lunga lotta tra Papato ed Impero: sotto le mura del paese, un milite dell’esercito di Enrico VI, figlio di Federico I Barbarossa, che aveva posto Guarcino in stato di assedio, venne sconfitto in battaglia da un cavaliere Guarcinese di nome Malpensa Guttifredi. Quest’ultimo risultando vincitore del duello, salvò il paese dalla distruzione e dal saccheggio ed è per questo che una statua bronzea in Piazza Umberto I ne celebra le gesta.

Sotto lo Stato pontificio Guarcino acquisì una grande importanza dovuta ai forti legami politici instaurati con Roma durante i pontificati di Innocenzo III e Bonifacio VIII: il centro storico si arricchì di edifici significativi dal punto di vista architettonico: in uno di questi ebbe i natali la nobildonna Emilia Conti, madre di Bonifacio VIII; nel Palazzo di Giustizia sono ancora oggi visibili due portali gotici e splendide bifore in facciata. In numerose case a torre e in palazzi signorili, come il palazzo del Cardinal Giacomo Tomassi, con prospetti a conci di pietra squadrate, gli archi a sesto acuto si strutturano con logge ed aperture a trifore o bifore alternate.

I contatti tra le nobili ed influenti famiglie di origine guarcinese, i Tommassi, i Patrasso, con la corte pontificia portarono in quei tempi il paese ad un periodo di ricchezza, stabilità politica ed economica. Dopo l’umiliazione di Anagni da parte dei Colonna e l’affronto subito da Bonifacio VIII, Guarcino, che era stato luogo di dignitari e prelati, tornò alla sua realtà marginale, paese di provincia chiuso nella sua limitata dimensione economica e commerciale.

La bellezza selvaggia del territorio guarcinese fu anche un’attrazione forte per molti eremiti ed asceti, tra i quali San Benedetto da Norcia, che attraversò il paese durante il suo pellegrinaggio verso Montecassino: Il Monastero S.Luca, di origine benedettina (sec. XI),  è immerso nel verde, in una zona ricca di acque e sorgenti, circondato da fiorente e prosperosa natura. La costruzione ristrutturata nel corso degli anni, è gestita dalla Congregazione delle Figlie della Madonna del Divino Amore che ne acquisiscono la proprietà nel 1960. Dal 1992 è aperta come Casa di accoglienza.

Sant’Agnello Abate da Napoli giunse nel paese ed ivi si ritirò per 7 anni in una spelonca sui monti della cittadina, diventandone successivamente il Patrono. L’eremo, visitabile, è meta di passeggiate e ritiri spirituali, con una tradizionale processione ricorrente il 14 dicembre e l’ultima domenica di agosto.

All’interno del centro storico numerose le chiese e gli edifici religiosi, alcuni di questi di una certa importanza dal punto di vista storico ed architettonico:

La chiesa di S.Michele Arcangelo  (risalente al periodo altomedievale e rifatta nel 1790), fu originariamente costruita sui resti di un Tempio dedicato al Dio Marte. Ha struttura ad unica navata e il suo monastero venne adattato nel 1587 per ospitarvi le monache benedettine. Notevole il campanile monumentale a  vela del XII-XIII sec. , unico nel suo genere in tutto il Lazio.

La Collegiata di S.Nicola(1760), con uno splendido il soffitto in legno della sacrestia, il pulpito ed il coro dei canonici con la sedia episcopale. Al suo interno è conservata la magnifica statua del patrono Sant’Agnello.

La Cripta di S.Benedetto, che si presenta come ambiente unico coperto da volte a crociera e con una colonna in marmo posta al centro si trova nei pressi dell’omonima porta nei locali seminterrati di una abitazione. Attiva fiono al 1600 è stata restaurata nel 1980 in occasione dell’anniversario della nascita di San Benedetto (480).

Già dal 1750 due cartiere di proprietà Milani producevano carta con tecniche manuali: il foglio si formava con telai di legno, bagnato, pressato ed asciugato. Tra la fine dell‘800 e gli inizi del ‘900, favorito dalla grande abbondanza di corsi d’acqua (dalla sorgente di CapoCosa nasce il fiume Cosa che attraversa tutto il suo territorio) a Guarcino nacquero dodici cartiere, che attivarono un proficuo e produttivo sistema industriale; fu realizzata dalla società Noerrenberg in paese una delle prime centrali idroelettriche in Italia  che entrò in funzione il 19 Agosto 1897; si moltiplicarono i mulini di cereali, i frantoi per le olive le concerie ed il paese ebbe un momento di grande ripresa e di benessere economico. Dal 1920 era attiva e funzionante una bella sala cinematografica. Già dal 1880 si era iniziato l’imbottigliamento dell’acqua di Filette che presto conquisterà giusta notorietà per le sue ottime caratteristiche oligo minerali.

Si valorizzarono le potenzialità turistiche del territorio: Campocatino diviene la principale stazione sciistica della Regione e si moltiplicarono le strutture ricettive di accoglienza.

Negli anni ’50 ,’60 Guarcino, per la sua posizione geografica, per la rilevanza del suo centro storico, per l’abbondanza delle bellezze naturali del suo territorio, per i benefici del suo clima montano, divenne ottimo “paese di villeggiatura” per i romani che cercavano nelle vicinanze della grande città un posto dove passare piacevoli giorni di ristoro e di tranquillità. C’erano in paese una decina di alberghi, locande, ristoranti e bar, la storica sala cinematografica e le stagioni erano allietate con festeggiamenti e periodiche manifestazioni folkloristiche e culturali. Da Roma si giungeva a Guarcino con l’automobile, percorrendo la via Casilina o la via Prenestina, attraversando territori ricchi di storia e di  tradizioni, o  con i pullmans di linea che partivano dall’Acquario, Stazione Termini e terminavano la loro lunga corsa direttamente in paese; Il treno permetteva  un suggestivo viaggio tra i piccoli centri laziali, Palestrina, Genazzano, Olevano Romano, Piglio, Acuto fino a Fiuggi e da lì comode coincidenze per Guarcino. I prodotti locali come i famosi e deliziosi Amaretti o la lavorazione di carni, prosciutti, salcicce e insaccati vari divennero e sono rimasti richiami fondamentali per l’economia del paese.

Attualmente si sta cercando di rilanciare una economia di nicchia come volano di sviluppo per tutto il territorio.

La Cartiera di Guarcino per la produzione di semilavorati e prodotti finiti nel settore della carta in genere ed in particolare delle carte speciali, dei preimpregnati e decorativi a base di fibre cellulosiche occupa 150 dipendenti

Dal 1950 è attivo il Salumificio Erzinio, storica struttura industriale per la produzione di insaccati tipici della ciociaria: prosciutto, pancetta, guanciale.

I famosi Amaretti di Guarcino e dolci tipici in generale sono prodotti in diversi laboratori ed esportati con successo oltre i confini della regione.

La Torrefazione per la produzione di caffè di qualità (Caffè Campetelli) ottenuto con tostatura artigianale a legna è in continua espansione commerciale a livello nazionale.

L’ospitalità turistica è garantita in paese da due hotel, da diversi B&B e da un agriturismo di eccellenza ; la casa di accoglienza del monastero di S. Luca e le Suore Agostiniane all’interno del paese offrono, nelle loro strutture, comoda e piacevole possibilità di soggiorno.

La recente esperienza della pandemia da Covid 19 ci ha insegnato che sono possibili strade alternative di organizzazione delle persone, della convivenza e del lavoro. Ci ha indicato inoltre che è possibile favorire uno sviluppo urbano alternativo che possa ricreare un senso di comunità e possa riattivare il recupero di valori culturali e tradizionali che si stavano perdendo. Risultano fondamentali quegli interventi mirati a contrastare lo spopolamento in atto nei piccoli centri montani, sostenendo lo sviluppo economico, sociale, ambientale del territorio fornendo nuovamente la voglia di residenza in tali comuni attraverso le forniture di servizi e nuove opportunità organizzative. Guarcino, per la sua storia, per le sue potenzialità che attendono solo di essere sfruttate adeguatamente, ha tutte le caratteristiche per diventare non solo un “Paese di villeggiatura” per un “turismo di prossimità”, ma un paese ed uno spazio urbano dove la gente si sente di vivere più al sicuro, dove si respira un senso di comunità, a contatto con la natura e nel rispetto delle tradizioni.

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